Anche la Ces protagonista al Forum Ilo che ha inaugurato la Coalizione globale

«I sindacati sono il motore della giustizia sociale. Tuttavia, affrontare le crisi che si sovrappongono e le trasformazioni economiche strutturali a lungo termine richiederà sforzi coordinati anche da parte di altri attori. Perché solo insieme possiamo costruire un mondo più giusto». Così la segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), Esther Lynch, ha spiegato la piena adesione sindacale alla Coalizione Globale per la Giustizia Sociale, inaugurata con un Forum svoltosi nel corso della 112a Sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro dell’Ilo. Una Coalizione che riunisce organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, governi, istituzioni internazionali, imprese, organizzazioni non governative e istituzioni accademiche per generare impegni politici, investimenti e azioni concrete a sostegno della giustizia sociale. La Ces, che rappresenta 45 milioni di lavoratori e i loro sindacati, «è orgogliosa di aver aderito alla Coalizione Globale per la Giustizia Sociale. Ci impegniamo a fare la nostra parte per sostenere l’Ilo e contribuire a rinnovare il contratto sociale» ha aggiunto Lynch, sottolineando che «in quanto lavoratori, datori di lavoro e rappresentanti del governo riuniti qui all’Ilo, abbiamo il dovere di contribuire a ricucire un contratto sociale migliore».

Ciò deve avvenire a livello globale, ma già partendo dall’Europa dove si sta vivendo «un’emergenza di giustizia sociale», ha detto la segretaria generale della Ces: «Vengono messi in discussione anche i fondamenti del contratto sociale, le idee di solidarietà, il principio della giusta retribuzione per un giusto lavoro, della tassazione dei più ricchi, della non discriminazione e della tutela dei più vulnerabili, del diritto di asilo, anche il diritto di sindacalizzazione viene messo in discussione». Situazione che porta i lavoratori «ad affrontare una maggiore insicurezza lavorativa combinata con una crisi del costo della vita, che ha abbassato la qualità della vita e ha reso inaccessibili per molti beni di prima necessità come una casa e il cibo» ha osservato Lynch, sottolineando come questo contrasti in modo evidente «con i pochi privilegiati che detengono un potere e un’influenza fuori misura e che si rifiutano di pagare la giusta quota di tasse». Lo sfruttamento «è fin troppo presente» secondo la rappresentante della Ces, problema evidenziato anche da un recente rapporto dell’Ilo che ha messo in luce come i profitti illegali derivanti dal lavoro forzato in Europa ammontino a oltre 84 miliardi di euro all’anno.

Si tratta di un’emergenza sociale, sfruttata politicamente dalle forze di estrema destra come evidenziato dalle recenti elezioni europee, per la quale sono necessarie soluzioni: «Non ci possono essere dubbi, né autocompiacimento, abbiamo bisogno di un contratto sociale rinnovato per costruire speranza e coltivare la giustizia ovunque, anche per l’Europa» ha esortato la segretaria generale, ricordando che la visione della Ces per un contratto sociale rinnovato, che distribuisca una giusta quota dei profitti a tutti coloro che contribuiscono alla sua creazione, «è quella che protegge e promuove la dignità intrinseca di ogni individuo, il rispetto del lavoratore e del lavoro che svolge».

Un progetto costruito su un autentico dialogo sociale che riconosca il valore dei sindacati e non li criminalizzi, come sta invece avvenendo in molte parti del mondo secondo quanto rilevato dal Rapporto globale della Confederazione sindacale internazionale (Csi-Ituc). «Affinché il contratto sociale possa essere ricucito, dobbiamo restare uniti per garantire che i diritti fondamentali alla libertà di associazione, il diritto di organizzazione e contrattazione collettiva e il diritto di sciopero stabiliti dall’Ilo siano sempre rispettati, protetti e promossi» ha dichiarato Lynch, riaffermando l’impegno della Ces «a lavorare in modo tripartito per promuovere la pace, costruire la giustizia sociale e lavorare insieme per un contratto sociale rinnovato».

La nuova Coalizione globale

Al Forum inaugurale della Coalizione Globale per la Giustizia Sociale, svoltosi a Ginevra lo scorso 14 giugno, hanno preso parte oltre 1.200 rappresentanti dei membri della Coalizione per confrontarsi su temi quali la resilienza delle società, la coerenza tra le politiche economiche e sociali e il dialogo sociale. Il direttore generale dell’Ilo, Gilbert F. Houngbo, ha definito il Forum «l’inizio di un lungo viaggio verso una maggiore e migliore giustizia sociale nel mondo», sottolineando però che per farlo è necessario «trasformare gli impegni in azioni concrete, per apportare cambiamenti tangibili, positivi e sostenibili nella vita delle persone». Ad oggi, la Coalizione guidata dall’Ilo ha riunito più di 290 partner tra cui governi, organizzazioni dei datori di lavoro, organizzazioni dei lavoratori, organizzazioni internazionali e regionali, istituzioni finanziarie internazionali, organizzazioni non governative internazionali, imprese e mondo accademico, con l’obiettivo di «promuovere la cooperazione multilaterale e accelerare il progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), difendendo la giustizia sociale su scala globale». La Coalizione, spiegano i promotori, ha la funzione di essere una «piattaforma per generare impegni politici, investimenti e azioni concrete a sostegno della giustizia sociale in linea con le priorità nazionali».

Mentre le attività della Coalizione evolveranno attraverso il coinvolgimento di diverse istituzioni e attori, l’Ilo ha identificato alcune aree di azione immediata che sono: affrontare la disuguaglianza, la discriminazione e l’esclusione; realizzare i diritti del lavoro come diritti umani, garantire la dignità umana e soddisfare i bisogni fondamentali; ampliare l’accesso e le capacità per l’occupazione produttiva e liberamente scelta e per le imprese sostenibili; rafforzare le transizioni giuste e la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile, del commercio e degli investimenti; potenziare le istituzioni del dialogo sociale. L’Ilo individuerà inoltre una serie di priorità iniziali per portare avanti lo sviluppo tematico della Coalizione al fine di contribuire alla creazione di occupazione e protezione sociale universale, alla riduzione delle disuguaglianze e cercando di fare in modo che la giustizia sociale e il lavoro dignitoso diventino priorità anche per altre organizzazioni multilaterali.