Scarsa la parità di genere nei ruoli decisionali

La Commissione europea ha aggiornato a fine 2009 il suo database relativo alla parità di genere nei ruoli decisionali per quanto concerne i settori politico, economico e amministrativo dell’Ue e dei suoi Stati membri.

In ambito politico, le principali segnalazioni riguardano: il minimo impatto sulla parità di genere avuto dalle recenti elezioni in Germania, Portogallo e Grecia sulla formazione dei rispettivi Parlamenti, con percentuali del 33% di donne e 67% di uomini nella Camera bassa (Bundestag) tedesca e situazioni stabili nei Parlamenti portoghese e greco con le donne che restano a percentuali rispettivamente del 30% e del 17%; in Germania Angela Merkel è stata confermata cancelliera, ma si tratta di un’eccezione a livello di Ue data la pressoché totale predominanza maschile alla guida dei governi; il nuovo esecutivo greco nominato in ottobre registra una percentuale di donne del 31% rispetto all’11% del precedente, mentre anche in Portogallo si è rilevato un incremento significativo di donne ministre passate dal 13% al 29%; il Parlamento della Lituania è ora presieduto da una donna (Irena Dugutiené), ma le donne a capo dei Parlamenti ungherese e olandese sono state rimpiazzate da colleghi maschi.

Per quanto riguarda il campo economico, il database segnala che: le Banche centrali di tutti i Paesi europei sono presiedute da governatori maschi e oltre i quattro quinti delle cariche decisionali sono occupate da uomini, mentre la presenza di donne è lievemente più elevata solo in Svezia (41%), Serbia (38%) e Ungheria (33%); in media, negli Stati membri dell’Ue sono donne solo il 3% dei presidenti delle maggiori società quotate e meno dell’11% dei membri dei consigli d’amministrazione; Svezia e Finlandia sono gli unici due Paesi dell’Ue con più del 20% di donne nei cda (rispettivamente il 27% e il 24%), mentre la Norvegia presenta una situazione decisamente anomala per quanto riguarda la parità di genere nei cda delle principali società con una media del 42% di donne e del 58% di uomini.

Rispetto alla pubblica amministrazione, invece, nel 2009 i due più alti livelli decisionali negli Stati membri dell’Ue registravano il 32% di donne e il 68% di uomini, con situazioni di parità migliori in Svezia, Lettonia e Slovacchia (44-45% donne) e decisamente migliori in Slovenia (53%) e Bulgaria (51%) dove la percentuale di donne supera quella degli uomini. In ambito giudiziario, infine, le donne occupano in media circa il 31% dei posti nelle Corti supreme nazionali e le presiedono in Lussemburgo, Repubblica Ceca, Austria, Romania e Finlandia.

INFORMAZIONI:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=762&langId=it

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