Una Coalizione globale per la giustizia sociale

Proposta dell’Organizzazione internazionale del lavoro contro le crisi in corso

Il progresso sociale a livello globale sta regredendo, spinto all’indietro dall’impatto della pandemia, dalle turbolenze geopolitiche, dalla crisi economica e dai disastri naturali. Così, milioni di persone che erano sfuggite alla povertà lavorativa sono tornate vicine o addirittura sotto alla soglia di povertà e molte famiglie povere sono costrette a indebitarsi per far fronte all’aumento dei prezzi di energia e prodotti alimentari. Oltretutto molte imprese, soprattutto piccole e micro, non hanno retto all’effetto cumulativo derivante dal susseguirsi delle varie difficoltà e sono state costrette a cessare le loro attività, mentre è in forte aumento il numero di ragazzi e giovani che non lavorano, non studiano e non si formano dopo le interruzioni dei cicli formativi causate dalla pandemia.

L’allarme è lanciato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil-Ilo), che propone la creazione di una Coalizione globale per la giustizia sociale aperta a un’ampia gamma di partner. L’obiettivo è di garantire che la giustizia sociale abbia la priorità nelle politiche e nelle attività nazionali e internazionali, nella cooperazione allo sviluppo e negli accordi finanziari, commerciali e di investimento. «Le crisi convergenti hanno mostrato la cruciale necessità di un’azione concertata e coordinata a tutti i livelli» sostiene l’Ilo, sottolineando l’importanza della proposta: «Se vogliamo costruire società giuste, sostenibili e resilienti per raggiungere una pace duratura, dobbiamo avere giustizia sociale. La Coalizione globale per la giustizia sociale è sia necessaria che urgente». Per avviare una ripresa equa e incentrata sulla persona, spiegano i responsabili dell’Ilo, è necessario «dare priorità alla giustizia sociale e al lavoro dignitoso come forze trainanti», nonché promuovere maggiori investimenti nelle politiche sociali e nelle istituzioni basate sul dialogo sociale. «Sappiamo che questo è possibile» afferma l’Ilo, come ha dimostrato la risposta data alla pandemia da molti Paesi che hanno aumentato il sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese attraverso i meccanismi delle istituzioni del mercato del lavoro, riuscendo a contrastare alcuni shock pandemici. «Dobbiamo andare avanti con questo compito – insiste l’Ilo –, perché le prossime crisi sono già alle porte e le fragilità si stanno alimentando di crescenti disuguaglianze».

In aumento l’occupazione informale

Come evidenziato dall’ultimo Monitor sul mondo del lavoro pubblicato dall’Ilo, le norme del lavoro, le politiche occupazionali e la protezione sociale oggi contano più che mai. I salari reali a livello globale sono diminuiti nella prima metà del 2022, riprendendo la tendenza a lungo termine per una crescita dei salari reali inferiore alla crescita della produttività in molti Paesi sviluppati. Lo studio stima un deficit di ore lavorate che equivale a 40 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, rispetto al livello pre-crisi, con grosse difficoltà di ripresa soprattutto per l’occupazione meno qualificata. Anche perché in molti Paesi, prevalentemente quelli in via di sviluppo, si è registrata una crescita di posti di lavoro informali maggiore rispetto a quella del lavoro formale. L’occupazione informale è infatti cresciuta nel 2021-22 dopo le pesanti perdite registrate nel 2020. Mentre tra il 2005 e il 2019 l’occupazione formale era cresciuta più rapidamente di quella informale, portando ad una graduale riduzione del tasso di occupazione informale di 5 punti percentuali, diminuzione accentuata nel 2020 dall’impatto sproporzionato della pandemia sul settore informale, nel 2021 questa tendenza si è invertita e la crescita del lavoro informale si è ripresa a differenza dell’occupazione formale. Nel corso del 2022, poi, l’Ilo stima che i lavori informali siano cresciuti allo stesso ritmo dell’occupazione formale, «compromettendo il lento ma consistente andamento verso la formalizzazione osservata negli ultimi 15 anni». La crisi pandemica, osserva l’Ilo, ha avuto un forte impatto sulle donne nell’occupazione informale, con un incremento notevole del lavoro informale femminile, cosa che ha interrotto e invertito una tendenza che aveva visto l’occupazione informale diminuire maggiormente tra le donne che tra gli uomini.

Varie crisi minacciano la ripresa

Mentre l’impatto economico e sociale dell’epidemia è diminuito nella maggior parte dei Paesi, sono ora motivi economici multipli e sovrapposti e le crisi politiche a minacciare la ripresa dei mercati del lavoro in tutto il mondo, sottolinea l’Ilo: «È probabile che queste crisi facciano aumentare ulteriormente le disuguaglianze nel mercato del lavoro dovute all’impatto sproporzionato su determinati gruppi di lavoratori e imprese, contribuendo a una crescente divergenza tra economie sviluppate e in via di sviluppo». Ma anche nei Paesi economicamente più avanzati, la stretta monetaria e fiscale per tenere sotto controllo l’inflazione sta avendo un impatto negativo sull’occupazione. Si tratta di tendenze che, secondo l’Ilo, «stanno esacerbando la povertà, le disuguaglianze e l’insicurezza economica», ma «stanno anche riducendo la capacità di affrontare altre ingiustizie, tra cui il lavoro minorile, il lavoro forzato e la tratta di esseri umani». Per questo l’Ilo ritiene che il mondo necessiti di «una dose forte e sostenuta di giustizia sociale», che passa soprattutto attraverso l’accesso al lavoro, i diritti sul lavoro, la protezione sociale e il dialogo sociale. Il mondo del lavoro, infatti, è centrale in un’ottica di giustizia sociale, data l’importanza del reddito da lavoro nel determinare il reddito familiare e il suo legame con l’aumento o la diminuzione della disuguaglianza in molti Paesi. Ma la giustizia sociale va oltre il mondo del lavoro, afferma l’Ilo: «Si tratta anche dell’accesso al cibo, alla salute, all’istruzione, a un ambiente sicuro e pulito e ad altri aspetti chiave che definiscono gli elementi essenziali di una vita dignitosa». Così, se i lavoratori hanno bisogno di un lavoro dignitoso e che i loro diritti siano rispettati, le imprese necessitano della possibilità di rimanere redditizie in un sistema economico globale sempre più complesso, nota l’Ilo concludendo: «Tutti meritano di prendere il controllo della propria vita e realizzare il proprio potenziale, sul posto di lavoro o nella società, e questa ambizione può essere raggiunta solo agendo sugli elementi costitutivi della giustizia sociale».