Iniziative nell’ambito del Green Deal europeo
Obiettivo dell’Ue è la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030
Stimolare gli investimenti nella decarbonizzazione e ridurre più rapidamente le emissioni: questi gli obiettivi dell’accordo raggiunto tra le istituzioni dell’Ue per rafforzare il sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (Eu Ets), applicarlo a nuovi settori economici per un’azione più efficace e istituire un Fondo sociale per il clima. L’intenzione dell’Ue è di favorire il conseguimento dell’impegno preso per la riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, mentre il Fondo sociale per il clima dovrebbe contribuire a garantire che la transizione sia equa. Il tutto nell’ambito del Green Deal europeo.
Il Sistema per lo scambio delle quote di emissione (Emissions Trading System – Ets) è uno dei principali strumenti della politica dell’Ue per contrastare i cambiamenti climatici, riducendo in modo economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra. Si tratta del sistema internazionale più grande al mondo per lo scambio di quote di emissione, istituito nel 2005 e attivo in tutti gli Stati membri dell’Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia. L’Ets fissa un prezzo per la CO2 e riduce il livello di emissioni consentito ogni anno in settori come la produzione di energia elettrica e termica, le industrie ad alta intensità energetica e il trasporto aereo commerciale. Dalla sua introduzione, nel 2005, il sistema Ets ha portato a una riduzione delle emissioni del 42,8% nei principali settori contemplati: produzione di energia elettrica e termica e impianti industriali ad alta intensità energetica. Nel 2021 gli impianti coperti da tale sistema rappresentavano circa il 40% delle emissioni totali dell’Ue.
Il nuovo accordo dovrebbe portare a un aumento della riduzione delle emissioni nei settori interessati dall’Ets fino al 62% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005: una stima di 19 punti percentuali in più rispetto alla riduzione del 43% prevista dalla legislazione attuale. Inoltre dovrebbe aumentare anche la velocità delle riduzioni annuali di emissioni, passando dal 2,2% annuo al 4,3% nel periodo 2024-2027 fino al 4,4% a partire dal 2028. L’accordo, che inserisce per la prima volta nell’Ets anche le emissioni del trasporto marittimo, eliminerà poi gradualmente le quote di emissione gratuite per determinate imprese e introdurrà tra il 2026 e il 2034 il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam).
Poiché le riduzioni delle emissioni sono ancora insufficienti nell’edilizia, nel trasporto su strada e in alcuni settori industriali, il nuovo sistema mira a garantire riduzioni efficaci sotto il profilo dei costi e a generare entrate che saranno messe a disposizione degli Stati membri per sostenere un Fondo sociale per il clima. Questo nuovo Fondo dovrà fornire un sostegno finanziario specifico per aiutare cittadini e microimprese a investire in misure di efficienza energetica quali l’isolamento domestico, le pompe di calore, i pannelli solari e la mobilità elettrica. Il programma entrerà in funzione nel 2026 e sarà finanziato con 65 miliardi di euro del bilancio dell’Ue, cui si aggiungerà un cofinanziamento del 25% stanziato dagli Stati membri.
Emissioni dell’economia europea in calo del 22% dal 2008
Secondo un recente studio effettuato da Eurostat, nel 2021 le emissioni di gas a effetto serra (Ghg) generate complessivamente dalle attività economiche nell’Ue (quindi non solo quel 40% di attività comprese nel sistema Ets) sono state pari a 3,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti, con una diminuzione del 22% rispetto al 2008. L’attività con le maggiori emissioni di Ghg è stata l’industria manifatturiera (800 milioni di tonnellate di CO2-eq; pari al 22% del totale dei gas serra emessi), seguita dalle famiglie (740 milioni di tonnellate di CO2-eq; 21%) e dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (720 milioni di tonnellate di CO2-eq; 20%). Le famiglie emettono gas serra per il trasporto, il riscaldamento e altri scopi.
Tra il 2008 e il 2021, la maggiore diminuzione relativa delle emissioni di gas serra è stata registrata nel settore minerario ed estrattivo (-42%), seguito dalla fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata (-39%) e manifatturiero (-23%). La maggiore diminuzione assoluta delle emissioni è stata invece registrata nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (da 1,2 miliardi di tonnellate di CO2-eq nel 2008 a 720 milioni di tonnellate nel 2021; -468 milioni di tonnellate), seguono il manifatturiero (da 1 miliardo di tonnellate di CO2-eq a 799 milioni di tonnellate; -238 milioni di tonnellate) e le famiglie (da 854 milioni di tonnellate di CO2-eq a 740 milioni di tonnellate; -114 milioni di tonnellate).
Nuove norme ambientali per l’industria chimica e tessile
Intanto l’Ue ha adottato nuove norme ambientali per rendere più ecologici gli stabilimenti industriali nei settori chimico e tessile: circa 3000 stabilimenti dell’industria chimica e 300 dell’industria tessile nell’Ue dovranno conformarsi alle nuove norme definite ai sensi della direttiva europea sulle emissioni industriali per ridurre il loro impatto ambientale. Le nuove regole, riguardano la gestione e il trattamento dei gas di scarico nel settore chimico e una serie di attività nel settore tessile, norme alle quali i nuovi impianti devono conformarsi da subito mentre gli impianti già esistenti dovranno farlo entro quattro anni. Per i gas di scarico dell’industria chimica le nuove norme riguardano principalmente la produzione di prodotti chimici organici, polimeri e prodotti farmaceutici, che sono grandi emettitori di composti organici volatili (Cov) con circa 40.000 tonnellate emesse ogni anno nell’aria. Introducono inoltre un nuovo sistema di gestione per la prevenzione, la riduzione e la quantificazione delle emissioni diffuse, cioè non incanalate o convogliate (come le perdite dalle apparecchiature). I nuovi criteri rafforzano poi le misure di monitoraggio e controllo delle riduzioni previste.
Nel settore tessile, invece, le modifiche legislative ambientali riguardano la lavorazione a umido dei tessuti, che comprende trattamenti come candeggio, tintura o trattamento di finissaggio per conferire proprietà specifiche al tessuto. La nuova norma si concentra sulle emissioni nell’aria e nell’acqua e prende di mira oltre 20 inquinanti atmosferici e idrici tra cui formaldeide, composti organici volatili totali, polvere, nonché ammoniaca per le emissioni nell’aria o metalli per le emissioni in acqua. Riguarda anche questioni ambientali rilevanti per l’economia circolare, come l’efficienza energetica e l’efficienza delle risorse.