Inverno in recessione economica per l’Ue

Novembre 2022

La Commissione europea rivede al ribasso le previsioni economiche per il 2023

La guerra in Ucraina, oltre a causare gravissimi danni e sofferenze sui luoghi del conflitto, fa sentire le sue conseguenze in tutta Europa, soprattutto in campo economico con un’inflazione in continua crescita sotto la pressione dei prezzi di energia, cibo e altre materie prime. L’economia dell’Ue in particolare, ma in linea di massima tutta l’economia globale, sta subendo forti contraccolpi mentre cercava faticosamente di riprendersi da una crisi pandemica che l’aveva messa a dura prova.

Ora, la forte erosione del potere d’acquisto delle famiglie e la crisi energetica stanno cambiato il sentimento dei consumatori e delle imprese, con un crollo della fiducia e un aumento dell’incertezza. Una situazione preoccupante, che crea un quadro non proprio roseo e in peggioramento, secondo le previsioni economiche d’autunno 2022 rese note dalla Commissione europea.

Così, sebbene la crescita nel 2022 sia destinata a essere migliore di quanto previsto in precedenza, le prospettive per il 2023 indicano una crescita significativamente più modesta e un’inflazione marcatamente più elevata rispetto alle previsioni intermedie d’estate della Commissione europea. Lo slancio economico post pandemico, con una ripresa che dal 2021 è proseguita nella prima metà di quest’anno, dovrebbero portare la crescita del Pil reale nel 2022 al 3,3% nell’Ue, «ben al di sopra della proiezione del 2,7% delle previsioni intermedie estive» osserva la Commissione. Ma ora è in corso una contrazione dell’attività economica, che  dovrebbe continuare nel primo trimestre del prossimo anno, motivo per cui si prevede che l’Ue e la zona euro, quindi la maggior parte degli Stati membri, sperimenteranno una recessione tecnica nel corso di questo inverno con una lieve ripresa nella prossima primavera dovuta all’allentamento dell’inflazione. Con i «forti venti contrari che continuano a frenare la domanda», prevede la Commissione, l’economia dell’Ue è destinata nel 2023 a una «crescita fiacca» del Pil reale sia nell’Ue che nell’area dell’euro allo 0,3%, ben al di sotto dell’1,5% e dell’1,4% previsti l’estate scorsa.

Anche l’inflazione è aumentata più del previsto, innalzando di conseguenza la proiezione del tasso di inflazione annuo al 9,3% nell’Ue e all’8,5% nell’area dell’euro, circa un punto percentuale superiore alla previsione estiva. Nel 2023, nonostante un calo, l’inflazione media dovrebbe rimanere elevata, al 7% nell’Ue e al 6,1% nella zona euro, che rappresenta anche in questo caso una revisione notevole rispetto al 4,6% e al 4% previsti solo pochi mesi fa.

La Commissione prevede che l’adattamento dell’Ue agli shock dell’economia mondiale avverrà poi entro il 2024, quando l’inflazione scenderà al 3% nell’Ue e al 2,6% nell’area dell’euro e la crescita riprenderà progressivamente, con una media rispettivamente dell’1,6% e dell’1,5%.

Un mercato del lavoro che resiste nell’incertezza

Nonostante il contesto difficile, osserva la Commissione, il mercato del lavoro dell’Ue ha continuato a registrare buoni risultati, con livelli elevati di occupazione e partecipazione e una disoccupazione i cui tassi sono i più bassi degli ultimi decenni. L’espansione economica ha creato due milioni netti di posti di lavoro nella prima metà del 2022, portando il numero di occupati nell’Ue a un massimo storico di 213,4 milioni, mentre in settembre il tasso di disoccupazione è rimasto al minimo storico del 6%.

Secondo le previsioni di autunno, i mercati del lavoro dovrebbero reagire al rallentamento dell’attività economica con un certo ritardo, ma resteranno resilienti. Così la crescita dell’occupazione nell’Ue dovrebbe attestarsi all’1,8% nel 2022, per poi fermarsi nel 2023 e risalire moderatamente allo 0,4% nel 2024. I tassi di disoccupazione dovrebbero invece mantenersi bassi nell’Ue, intorno al 6,2% nel 2022, al 6,5% nel 2023 e al 6,4% nel 2024.

In generale però, sottolinea la Commissione europea, il quadro generale, quindi anche quello economico, resta caratterizzato da un livello di «incertezza eccezionale», in quanto la guerra in Ucraina non accenna a placarsi e il potenziale di ulteriori perturbazioni economiche «è lungi dall’essere esaurito».

Si ritiene che la minaccia maggiore derivi dagli sviluppi negativi del mercato del gas e dal rischio di carenze, in particolare nell’inverno 2023-2024. Ma, oltre ai problemi legati all’approvvigionamento di gas, l’Ue rimane «direttamente e indirettamente esposta a ulteriori shock in altri mercati delle materie prime per effetto delle tensioni geopolitiche» dichiara la Commissione, aggiungendo come restino importanti fattori di rischio anche l’inflazione che perdura e gli aggiustamenti potenzialmente disordinati dei mercati finanziari mondiali al nuovo contesto caratterizzato da tassi di interesse elevati, «entrambi amplificati dal rischio di incoerenza tra gli obiettivi di politica monetaria e quelli di politica di bilancio».

Economia dell’Ue a «un punto di svolta»

Secondo il vicepresidente esecutivo della Commissione per Un’economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, «siamo a un punto di svolta per l’economia dell’Ue, mentre facciamo fronte agli effetti di ricaduta della guerra della Russia contro l’Ucraina e ci muoviamo in un contesto geopolitico complesso: gli elevati prezzi dell’energia alimentano l’inflazione, le persone in tutta Europa sono alle prese con l’aumento del costo della vita e le nostre imprese perdono competitività». Per questo, ha aggiunto, «le prospettive economiche per il prossimo anno si sono indebolite e ci aspettiamo per il 2023 una crescita dell’economia dell’Ue solo dello 0,3%. Tuttavia un mercato del lavoro forte, accompagnato da riforme e investimenti nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, dovrebbe contribuire a sostenere l’economia».

L’obiettivo, ha concluso Dombrovskis, è di «sostenere i più vulnerabili con misure mirate, allineare le politiche monetarie e di bilancio per contrastare l’inflazione e mettere in sicurezza il più rapidamente possibile il nostro futuro approvvigionamento energetico».

Comments are closed.

Cerca in Euronote

Ricerca per data