Migrazioni: allo studio nuove norme comuni
Entro maggio è prevista un’Agenda europea globale sulla migrazione
L’Unione europea deve prepararsi a una rilevante stagione migratoria, dato che si trova in mezzo a «un arco di ampliamento di instabilità, che va da Oriente fino al Nord Africa», ha dichiarato il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, intervenendo presso la commissione europarlamentare Libertà, Giustizia e Affari interni. In effetti, il 2015 è iniziato con un crescendo di arrivi di migranti sulle coste mediterranee sud-europee, soprattutto italiane, ampiamente maggiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tanto che il ministero dell’Interno italiano ipotizza addirittura 400.000 arrivi per il 2015. L’aumento esponenziale degli arrivi ha purtroppo comportato un numero maggiore di vittime, già ben oltre le 500 dall’inizio dell’anno a metà aprile, un numero trenta volte più alto rispetto allo stesso periodo del 2014, sottolinea l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) che avverte: «Questi dati dimostrano che le attuali forze in campo non sono sufficienti ad affrontare i flussi attuali e che senza adeguate operazioni di monitoraggio, ricerca e soccorso in mare è inevitabile che molte altre persone perderanno la vita nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa».
Anche perché è ormai evidente che non si tratta più di un situazione di emergenza, come osserva lo stesso commissario europeo Avramopoulos: «Dobbiamo capire che il contesto attuale, cioè l’afflusso senza precedenti di migranti ai nostri confini e in particolare di rifugiati, è purtroppo la nuova norma e avremo bisogno di adeguare le nostre risposte di conseguenza. Questi eventi ricorrenti costituiscono un motivo per passare dalla reazione alle emergenze all’attuazione di un approccio globale, che affronti le sfide migratorie alle loro radici». Questo dovrebbe essere infatti l’obiettivo dell’Agenda europea sulla migrazione, messa in cantiere dalla Commissione europea a inizio marzo e che sarà adottata entro fine maggio.
L’Agenda europea sulla migrazione
L’Agenda europea globale sulla migrazione si basa su un approccio che considera le migrazioni una questione trasversale, che coinvolge cioè settori politici diversi e svariati attori, sia all’interno che all’esterno dell’Ue.
I quattro principali settori dell’intervento previsto nell’ambito dell’Agenda sono:
• Un sistema comune di asilo: secondo la Commissione è giunto il momento di applicare pienamente e coerentemente il sistema europeo comune di asilo recentemente adottato, facendo scomparire le attuali divergenze tra le prassi nazionali. Si considera inoltre essenziale approfondire la cooperazione con i Paesi terzi per affrontare le cause profonde della migrazione, nonché integrare la migrazione nella definizione delle strategie di sviluppo. La Commissione intende progredire verso un maggiore uso delle iniziative di ricollocazione e reinsediamento dell’Ue, in uno stretto dialogo con gli Stati membri e i Paesi terzi che ospitano un alto numero di rifugiati.
• Una nuova politica europea sulla migrazione legale: «Pur combattendo l’attuale disoccupazione, l’Europa deve attirare i giusti talenti per essere più competitiva a livello globale» sostiene la Commissione, che avvierà un riesame della direttiva sulla Carta blu. Sulla necessità di immigrati (non solo “talenti”) in prospettiva futura, per la sostenibilità del rapporto lavoro/pensioni, va ricordata una previsione demografica della stessa Commissione: mentre oggi nell’Ue ci sono 4 persone di età 15-64 anni per ogni persona over 65, nel 2060 tale rapporto sarà solo di 2 a 1.
• Una lotta più decisa alla migrazione irregolare e alla tratta di esseri umani: Molti migranti ricorrono a trafficanti, oppure cadono vittima di trafficanti di esseri umani. Sviluppando ulteriormente la normativa esistente in materia di migrazione irregolare e lotta contro la tratta di esseri umani, la Commissione intende rafforzare le sue iniziative in questo settore. Sta elaborando un insieme completo di azioni sul traffico di migranti e desidera potenziare strumenti concreti per agire in Paesi e su rotte prioritari, in stretta collaborazione con i Paesi terzi, anche tramite gli accordi di riammissione e i quadri di cooperazione vigenti.
• Proteggere le frontiere esterne: «Uno spazio senza frontiere interne e una solida politica di asilo e migrazione possono durare solo se l’Europa gestisce le sue frontiere esterne, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali» sostiene la Commissione, ricordando che la gestione delle frontiere è una competenza condivisa tra l’Ue e gli Stati membri. La preparazione dell’Agenda europea sulla migrazione offrirà l’opportunità di discutere se e in quale misura l’agenzia per le frontiere dell’Ue – Frontex, necessiti di un aumento di dotazione e di maggiori mezzi operativi e risorse umane per affrontare meglio le sfide mutanti alle frontiere esterne dell’Ue.
Cooperazione con Stati membri e Paesi terzi
Per far fronte a queste sfide, però, «la Commissione europea o l’Ue non possono risolvere da sole tutti i problemi» osserva il commissario europeo responsabile per le Migrazioni: «È chiaro che dobbiamo sviluppare un approccio globale e abbiamo bisogno di agire insieme con gli Stati membri. Per questo motivo ho incontrato quasi tutti i ministri degli Interni e sto visitando molti Stati membri, chiamandoli a mostrare solidarietà con azioni concrete». Un impegno che va attuato anche con i Paesi d’origine e di transito dei flussi, come sottolinea ancora Avramopoulos: «Dobbiamo rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi e applicare strumenti di politica estera, politiche di vicinato, gli aiuti allo sviluppo e il commercio, al fine di raggiungere l’obiettivo di flussi migratori meglio gestiti. Questo non può però essere un rapporto unidirezionale: i Paesi terzi devono vedere i vantaggi di lavorare con noi in materia di migrazione. Continueremo anche a fornire sostegno ai Paesi terzi vicini nei loro sforzi per ospitare sfollati o per combattere trafficanti di esseri umani e contrabbandieri. Allo stesso tempo, una politica di migrazione di successo dipende anche dalle politiche dell’occupazione, dell’istruzione e della ricerca connesse ed efficaci».