CAMPAGNA PER TASSARE LE TRANSAZIONI FINANZIARIE

La società civile europea chiede ai governi dell’Ue un accordo per l’introduzione della tassa, che avrebbe un fine di solidarietà

All’inizio di novembre oltre 1000 organizzazioni sociali e sindacali di 11 Paesi europei in rappresentanza di oltre 50 milioni di cittadini si sono rivolte al Consiglio Ecofin denunciando lo stallo negoziale tra i Paesi dell’Ue in merito all’introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie (Ttf). «Deploriamo la mancanza di progressi nel negoziato tra gli Stati membri e riteniamo inaccettabile che i ministri delle Finanze di Francia, Italia e Spagna annacquino le proposte sulla Ttf sotto la pressione del settore finanziario a dispetto dell’opinione pubblica» hanno scritto le organizzazioni europee nella Dichiarazione congiunta delle campagne europee, aggiungendo che «la maggior parte delle transazioni speculative possono essere intercettate: il problema non è la fattibilità tecnica, ma la volontà politica». Secondo il migliaio di organizzazioni europee (tra le quali anche la Confederazione europea dei sindacati – Ces, e di conseguenza a livello italiano Cgil-Cisl-Uil), «mentre i cittadini europei stanno facendo sacrifici per l’austerità e le disuguaglianze sono in aumento, gli Stati membri non possono permettersi di rinunciare a un fatturato di oltre 30 miliardi di euro e perdere l’opportunità di regolamentare la finanza. Il settore finanziario è sotto-tassato, quindi può essere tassato di più per ripagare i costi dei salvataggi pubblici e della recessione che ha causato». Per queste ragioni, le organizzazioni che danno vita alla campagna europea invitano gli Stati membri a perseguire un accordo sulla Ttf attraverso la procedura di cooperazione rafforzata, così da concludere un ambizioso accordo per una tassa di solidarietà nazionale e internazionale.

Cos’è la tassa sulle transazioni finanziarie

La tassa sulle transazioni finanziarie, spiegano i promotori della campagna, è un’imposta estremamente ridotta, ad esempio dello 0,05%, su ogni compravendita di strumenti finanziari. Questo non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati, mentre è ben diversa la situazione per chi specula comprando e vendendo titoli nell’arco di pochi secondi o addirittura di millesimi di secondo e che dovrebbe pagare la tassa per ogni transazione. Il peso della tassa diventa infatti progressivamente più alto tanto più gli obiettivi sono di breve periodo: realizzando 100 operazioni di compravendita sullo stesso titolo si dovrebbe pagare la Ttf 100 volte, il che renderebbe l’operazione speculativa economicamente sconveniente.

Non solo. Il mercato dei derivati, con costi delle transazioni molto più ridotte del mercato spot, sarebbe colpito in maniera proporzionalmente maggiore. Al contrario, gli acquisti realizzati con orizzonti di lungo periodo non subirebbero effetti apprezzabili. Questo significa che piccoli risparmiatori, fondi pensione e altri investitori istituzionali trarrebbero beneficio dall’imposta il cui peso ricadrebbe su attori altamente speculativi quali gli hedge fund.

In altre parole, si legge sul sito web della campagna, la tassa rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia nel contrastare il “casinò finanziario” e per riportare la finanza al suo ruolo originario: non un fine in sé stesso per produrre denaro dal denaro nel più breve tempo possibile, ma un mezzo al servizio dell’economia e della società.

La Ttf si limita ai mercati finanziari, sottolineano le organizzazioni promotrici della campagna: altri trasferimenti, come i pagamenti per beni e servizi, le prestazioni lavorative, le rimesse dei migranti, i prestiti interbancari e ogni operazione delle banche centrali non verrebbero tassati in alcun modo.

La dimensione della finanza è tale per cui anche un’imposta dello 0,05% permetterebbe di generare ogni anno un gettito di 200 miliardi di euro nella sola Europa e di 650 miliardi di dollari su scala globale, da destinare al welfare, alla cooperazione allo sviluppo e alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Perché i tempi per una Ttf sono maturi

Come spiegano i promotori della campagna, c’è un deficit di risorse economiche, il bisogno da parte dei governi di reperire risorse non è mai stato così elevato, servono ingenti somme per abbattere i deficit pubblici, stimolare l’economia reale e le politiche sociali. Inoltre vanno reperite risorse per finanziare gli obiettivi di sviluppo del Millennio e misure addizionali per far fronte ai cambiamenti climatici.

Allo stesso tempo il sistema finanziario è sottotassato. Secondo le Ong della campagna “zerozerocinque”, nonostante abbia vissuto una fase di ampia espansione negli ultimi decenni fino ad arrivare a occupare la posizione di attore economico di primissimo piano, il settore finanziario contribuisce marginalmente ai bilanci degli Stati, pur trovandosi sempre più spesso (e non solo nelle ricorrenze di crisi cicliche) tra i responsabili delle difficoltà economiche cui gli Stati devono far fronte.

Quindi «il sistema finanziario deve pagare la sua parte. Le persone non devono pagare due volte i costi di una crisi scatenata dalla finanza» sostengono i promotori della campagna. Secondo i quali, dato che nei prossimi anni i governi avranno bisogno di incrementare le proprie entrate e trovare una via d’uscita dalla recessione, nella previsione di impopolari aumenti delle tasse sul reddito, della tassazione indiretta (IVA e tasse sul patrimonio) o dell’aumento di premi per assicurazioni contro la disoccupazione, l’immediato ampliamento della base imponibile, con l’inclusione del settore finanziario, sembrerebbe la migliore opzione possibile per attenuare i costi sociali della crisi.

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ZEROZEROCINQUE: LA CAMPAGNA ITALIANA
La campagna “zerozerocinque”, promossa da circa 50 organizzazioni della società civile italiana (sindacati, associazioni, organizzazioni del terzo settore), è l’espressione italiana di un più vasto movimento globale a sostegno della Tassa sulle transazioni finanziarie, con l’obiettivo di contrastare la speculazione e recuperare risorse da destinare allo sviluppo sociale, alla lotta alla povertà in Italia e nel mondo, alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni. Per aumentare la sua capacità di pressione sui decisori politici, la campagna intende raccogliere un milione di sottoscrizioni alla petizione che si può leggere e firmare sul sito zerozerocinque.it. Sullo stesso sito si possono trovare informazioni e spiegazioni sulla campagna, materiali divulgativi e un kit formativo sui temi della campagna contenente, tra l’altro, una “lista dei falsi miti” utile per rispondere alle principali obiezioni, ad esempio che la Ttf per funzionare deve essere applicata in tutto il mondo, che può essere facilmente evasa o elusa, che i cittadini pagheranno il costo di questa tassa o che ridurrebbe la crescita economica causando disoccupazione e danneggiando l’economia.
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