Banche in difficoltà: il parere dell’Europarlamento
Garantire che il contribuente non sia in prima linea quando si tratta di salvare le banche in difficoltà, questo l’obiettivo del negoziato in corso tra istituzioni dell’Ue e Stati membri sul meccanismo unico di risoluzione per le banche in difficoltà, in prospettiva di un’unione bancaria europea.
I principali svantaggi sono rappresentati da un processo decisionale troppo complesso e politicizzato sullo scioglimento delle banche e da un fondo, finanziato dalle banche, che secondo l’Europarlamento avrebbe molte difficoltà nei primi anni per guadagnarsi credibilità. I negoziatori eurodeputati si dicono anche preoccupati per il desiderio di vari Stati membri dell’Ue di aggiungere un capitolo intergovernativo al sistema, soprattutto se non sussistono valide ragioni giuridiche per farlo.
Il mandato negoziale del Parlamento europeo prevede un sistema decisionale snello, in grado di liquidare una banca nel giro di un fine settimana. Il ruolo principale è affidato alla vigilanza bancaria e all’autorità di risoluzione in modo da garantire che il processo di chiusura di una banca non conduca a una paralisi politica. Fornisce anche alcuni poteri supplementari al Resolution board, nel quale sono rappresentate le autorità nazionali, al fine di garantire un adeguato equilibrio tra i compiti svolti a livello nazionale e comunitario. Il mandato prevede anche la creazione di un fondo che garantisca che tutte le banche siano trattate allo stesso modo e abbiano pari diritti di accesso.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio proseguiranno i colloqui al fine di raggiungere un accordo sul regolamento. In parallelo, i negoziatori dell’Europarlamento stanno prendendo parte a colloqui intergovernativi sui dettagli della costituzione del fondo di risoluzione.
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