Povertà: la denuncia delle Ong
Pubblichiamo di seguito il testo di una lettera aperta inviata il 30 settembre scorso dall’European Anti-Poverty Network (Eapn) al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e per conoscenza al commissario europeo per Occupazione, Affari sociali e Inclusione, László Andor, con la quale la Rete europea denuncia il grave fallimento dell’Ue nella lotta alla povertà, rilanciata nel 2010 in occasione dell’Anno europeo ma mai affrontata seriamente.
Egregio presidente Barroso,
il 2010 è stato l’Anno europeo della lotta alla povertà ed ha fornito l’opportunità di una necessaria messa a fuoco della situazione della povertà in Europa. È stato incoraggiante sentirle dire che affrontare la povertà era anche una necessità economica. Nel suo discorso ai membri del network europeo anti-povertà lei aveva detto che «non possiamo permetterci – di fronte alla sempre più forte concorrenza internazionale – di escludere qualsiasi fonte di competenze, produttività e conoscenza», sostenendo che «la necessità di politiche e azioni efficaci è pressante: più di 80 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà nell’Unione europea; se fossero un unico Paese, sarebbero il più grande Stato membro!».
La Rete europea contro la povertà (European Anti-Poverty Network – Eapn) è il più grande e indipendente coordinamento di base, a livello europeo, di organizzazioni che coinvolgono direttamente le persone in povertà. Noi rappresentiamo centinaia di organizzazioni e migliaia di voci della gente, in 29 Paesi e 18 organizzazioni a livello europeo. Abbiamo sostenuto attivamente visione e obiettivi dell’Europa per il 2020, cercando di impegnarci attivamente con i nostri membri nel semestre europeo a livello nazionale ed europeo dal 2010. Tuttavia, i nostri membri sono oggi molto critici: denunciano il fallimento del semestre di mantenere le sue promesse sulla povertà e di coinvolgere le parti interessate, come loro, in qualsiasi tipo significativo di impegno a livello nazionale e comunitario. L’aumento del numero di poveri a 120 milioni, cioè oltre 4 milioni in più dal 2011 nonostante l’obiettivo di riduzione della povertà, con un chiaro aumento dell’intensità della povertà per coloro che già vivono da molto tempo tale condizione, è uno scandalo e un segno inconfutabile che l’Unione europea non riesce a mantenere gli impegni con i suoi cittadini.
Scriviamo a lei per mettere in evidenza le nostre preoccupazioni specifiche riguardanti le carenze del processo del semestre e per presentare la nostra visione dei Programmi nazionali di riforma (Pnr) 2013 e le raccomandazioni concrete per il 2014.
In base alla nostra valutazione dei Pnr si evidenziano profonde preoccupazioni per quanto riguarda:
– la scioccante mancanza di progressi in ottica di lotta alla povertà, con invece aumento di povertà e disuguaglianza;
– la scarsa visibilità delle strategia Europa 2020 nei Pnr e nel semestre europeo;
– un deficit democratico e partecipativo inaccettabile evidenziato dalla mancanza di un significativo coinvolgimento del Parlamento e degli stakeholder, comprese le Ong, nei Pnr;
– la necessità di un cambiamento nelle politiche di austerità e nelle soluzioni di mercato condotte prevalentemente in modo non regolamentato, che minacciano lo Stato sociale in molti Paesi e causano l’aumento del divario tra ricchi e poveri, minano la solidarietà, la sostenibilità economica e sociale;
– il mancato sviluppo di una governance responsabile che porta gli stakeholder, come Eapn, a mettere in dubbio il proprio coinvolgimento e addirittura il proprio sostegno a questo tipo di Unione europea.
Le nostre raccomandazioni specifiche per l’Annual Growth Survey:
– Le politiche per la crescita devono ri-concentrarsi sulla strategia Europa 2020 e richiedono una strategia integrata per combattere la povertà e l’esclusione di tutti i gruppi. Serve un impegno esplicito a investimenti per la protezione sociale come requisito fondamentale per la crescita inclusiva, nonché un forte e strategico sostegno dei Fondi strutturali. Servono poi nuove priorità per accrescere la responsabilità e la legittimità del semestre europeo attraverso Linee guida per il Parlamento e gli stakeholder. Gradiremmo l’opportunità di discutere di alcune questioni direttamente durante un incontro con lei.
Fonte e informazioni:
AMPLIATO IL DIVARIO: LA VALUTAZIONE DELL’EAPN
Il 2013 ha segnato il terzo anno dei Programmi nazionali di riforma (Pnr), nati nel 2010 con il lancio della strategia Europa 2020. L’Eapn è impegnata in questo processo ogni anno con i suoi membri, sia attraverso il coinvolgimento diretto nei programmi nazionali sia con il monitoraggio e la revisione dei risultati, per quanto riguarda gli aspetti sociali (povertà, occupazione, istruzione), sia attraverso la partecipazione diretta delle persone in povertà e delle loro organizzazioni nei processi decisionali della strategia Europa 2020.
Ecco le principali valutazioni espresse al proposito dai membri dell’Eapn:
• Il 75% dei membri considera i Pnr documenti prevalentemente finanziari e le conseguenti politiche macroeconomiche né ragionevoli né opportune.
• Il 75% ritiene che, con queste politiche, il peso della crisi non venga distribuito.
• Il 68% ritiene che tali politiche generino invece più povertà ed esclusione sociale.
• Il 58% ritiene che la riduzione del deficit influenzerà negativamente gli investimenti sociali e i livelli di spesa per la protezione sociale.
• Il 92% ritiene che non sia data priorità alla creazione di posti di lavoro di qualità.
• Il 67% afferma che il parere delle Ong sociali anti-povertà non è stato chiesto né preso sul serio dai governi.
• Lo 0% ha dichiarato che i Piani nazionali facciano progredire verso una strategia integrata per combattere la povertà e l’esclusione sociale.
Ed ecco le cinque raccomandazioni-chiave avanzate dall’Eapn:
• Sviluppare un patto sociale e una governance sociale nel semestre europeo.
• Misure immediate per limitare l’austerità e promuovere gli investimenti sociali.
• Una strategia integrata multi-dimensionale per la lotta contro la povertà, basata sull’accesso a diritti, risorse e servizi.
• Utilizzo dei fondi europei per ridurre la povertà e l’esclusione sociale e sostenere iniziative dal basso mirate.
• Radicale riforma del processo del semestre europeo, sulla base di un impegno democratico e partecipativo e di responsabilità.