Deficit in calo, debito in aumento

Le politiche di risanamento dei conti pubblici adottate dai governi dell’Unione europea hanno finora portato a una lieve diminuzione dei disavanzi, mentre il debito continua ad aumentare. È quanto emerge da una rilevazione Eurostat pubblicata il 21 ottobre scorso, secondo cui il deficit di governo è diminuito in termini assoluti tra il 2011 e il 2012 sia nell’intera Ue che nell’area dell’euro, con rapporti rispetto al Pil passati dal 4,2% al 3,7% nella zona euro e dal 4,4% al 3,9% nell’Ue.

Prendendo in considerazione i singoli Paesi, nel 2012 i disavanzi pubblici più bassi in rapporto al Pil sono stati registrati in Estonia e Svezia (entrambe -0,2%), Lussemburgo (-0,6%) e Bulgaria (-0,8%), mentre la Germania ha addirittura registrato un avanzo pubblico (+0,1%). Diciassette Stati membri hanno disavanzi superiori al 3% del Pil, con i più elevati in Spagna (-10,6%), Grecia (-9,0%), Irlanda (-8,2%), Portogallo e Cipro (entrambi -6,4%). Complessivamente, quindici Stati membri hanno registrato un miglioramento del loro saldo di bilancio in rapporto al Pil nel 2012 rispetto al 2011, dodici un peggioramento e uno è rimasto stabile.

Per quanto riguarda il debito pubblico, invece, si è registrato un aumento in percentuale sul Pil sia nella zona euro, dove tale rapporto è passato dall’87,3% di fine 2011 al 90,6% di fine 2011, sia nell’intera Unione europea, dove l’incremento è stato dall’82,3% all’85,1%.

I livelli più bassi nel rapporto debito/Pil sono stati registrati in Estonia (9,8%), Bulgaria (18,5%), Lussemburgo (21,7%) e Romania (37,9%). Quattordici Stati membri hanno avuto rapporti debito/Pil superiori al 60%, con i più elevati osservati in Grecia (156,9%), Italia (127%), Portogallo (124,1%) e Irlanda (117,4%). Complessivamente, sei Stati membri hanno registrato un miglioramento del loro debito pubblico in rapporto al Pil nel 2012 rispetto al 2011 e ventidue un peggioramento.

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Informazioni:

http://epp.eurostat.ec.europa.eu

CITTADINI A FAVORE DELL’EURO

Oltre la metà (57%) di coloro che vivono nella zona euro considerano l’euro positivo per il proprio Paese; uno su tre (33%) lo considera invece negativo, mentre il 7% dichiara di non poter decidere in merito. Questi i risultati di un sondaggio Eurobarometro effettuato all’inizio di ottobre, che confermano il trend positivo in corso dal 2008 e rappresentano un ulteriore spostamento a favore dell’euro rispetto a quanto rilevato nel 2012. Con l’eccezione del Portogallo e di Cipro, infatti, più della metà degli intervistati in ciascuno dei Paesi dell’area dell’euro ha dichiarato che avere la moneta unica rappresenta un bene per il loro Paese.

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