Come aumentare la fiducia dei consumatori

Massimizzare la partecipazione dei consumatori e accrescere la loro fiducia nel mercato: questo l’obiettivo, ambizioso ma necessario nell’attuale contesto europeo, che si pone la Commissione europea con l’Agenda del consumatore europeo, presentata lo scorso 22 maggio. Partendo dalla constatazione dell’importanza fondamentale che i consumatori hanno sull’economia, dimostrata dal fatto che la spesa per i consumi è pari al 56% del Pil dell’Unione europea, la nuova Agenda dei consumatori intende rafforzare la sicurezza dei consumatori, «facendo opera di informazione, intensificando le misure repressive e assicurando meccanismi di riparazione nonché allineando i diritti dei consumatori e le politiche in tema di consumo ai cambiamenti intervenuti nella società e nell’economia». Essa presenta inoltre diverse azioni chiave da attuarsi entro il 2014.

«Nell’Unione europea la crescita ha bisogno di una offerta competitiva e di una forte domanda. I consumatori devono pertanto essere i protagonisti delle politiche dell’Ue alla stregua delle imprese. Abbiamo bisogno di consumatori fiduciosi che facciano da volano dell’economia europea» ha affermato Viviane Reding, commissaria europea per la Giustizia, sottolineando però che «occorre ben più di nuovi strumenti legislativi per far funzionare il mercato unico digitale nell’interesse dei consumatori. Gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per assicurare un’attuazione celere e non burocratica delle regole europee onde far sì che il diritto del consumo diventi una realtà concreta per i nostri 500 milioni di consumatori». Il commissario europeo responsabile per la Salute e i Consumatori, John Dalli, ha invece spiegato come la strategia dell’esecutivo europeo intenda dare maggiori poteri ai consumatori e stimolare la loro fiducia, «fornendo loro gli strumenti per partecipare attivamente sul mercato, per farlo funzionare nel loro interesse, per esercitare il loro potere di scelta e far rispettare adeguatamente i loro diritti».

Gli obiettivi principali

Nonostante l’Ue disponga di un corpus sostanziale di diritto del consumo e la dimensione “consumatori” costituisca un elemento importante di molte politiche europee, secondo la Commissione «occorre un quadro globale che tenga anche conto delle sfide incombenti come quelle legate alla digitalizzazione della vita quotidiana, al desiderio di passare a modelli di consumo più sostenibili e ai bisogni specifici dei consumatori vulnerabili».

L’Agenda del consumatore presenta così misure volte a raggiungere gli obiettivi della strategia per la crescita Europa 2020 e si articola attorno a quattro elementi principali «volti ad accrescere la fiducia dei consumatori».

• Rafforzare la sicurezza dei consumatori: «Per quanto concerne i beni, i servizi e gli alimenti, rendendo più rigoroso il quadro normativo e più efficiente la sorveglianza del mercato».

• Migliorare gli aspetti dell’informazione: «Venire a capo della crescente complessità dei mercati in cui i consumatori hanno bisogno di strumenti e informazioni adeguati per comprendere i vari aspetti, dal costo reale del credito al consumo al reperimento dell’istanza cui rivolgersi per un reclamo. Questo aspetto è importante sia per i consumatori che per i commercianti; in proposito svolgono un ruolo chiave le organizzazioni dei consumatori».

• Migliorare la repressione degli illeciti e assicurare un’adeguata riparazione: «Fattori senza i quali i diritti non sussistono nella pratica. Ciò è ancora più importante se si considera che il danno subito dai consumatori europei a causa di problemi che danno origine a controversia è stimato a circa lo 0,4 % del Pil dell’Ue. Il ruolo delle reti che curano i diritti dei consumatori ha un’importanza centrale».

• Allineare la politica ai cambiamenti intervenuti nella società e renderla più pertinente per la vita quotidiana: «Adattare il diritto del consumo all’età digitale e affrontare i problemi che i consumatori incontrano nelle transazioni on line; tener conto dei bisogni dei consumatori vulnerabili, rendere agevole fare scelte sostenibili».

I settori chiave

L’Agenda supporta gli interessi dei consumatori in determinati settori chiave.

• Alimenti: assicurare la sostenibilità e la sicurezza.

• Energia: far sì che i consumatori riescano a fruire dei prezzi più vantaggiosi nel mercato liberalizzato e sappiano meglio gestire il loro consumo energetico.

• Settore finanziario: tutelare gli interessi finanziari dei consumatori e conferire loro gli strumenti per gestire le loro finanze.

• Trasporti: adattare la legislazione ai moderni pattern di viaggio e incoraggiare la mobilità sostenibile.

• Digitale: affrontare i problemi che i consumatori incontrano e garantire la loro tutela online.

INFORMAZIONI:

http://ec.europa.eu/consumers/strategy/index_en.htm#agenda

MENO PRODOTTI PERICOLOSI RAGGIUNGONO L’UE

Grazie all’accresciuta efficienza del sistema d’informazione rapida sui prodotti di consumo pericolosi diversi dagli alimenti (Rapex), i prodotti pericolosi sono individuati prima e più efficacemente e rimossi più tempestivamente dal mercato dell’Ue. Lo rilevano i dati contenuti nell’ultima Relazione sulla sicurezza dei prodotti, pubblicata a inizio maggio dai servizi della Commissione europea.

Il sistema Rapex ha registrato un’evoluzione significativa a partire dal 2004 (anno in cui la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti è stata recepita nelle legislazioni nazionali). Gli Stati membri hanno speso fino a 100 milioni di euro e impiegato circa 6000 ispettori per assicurare il rispetto della normativa sulla sicurezza dei prodotti. Secondo la Relazione 2011 si è raggiunta così: un’individuazione più tempestiva; una migliore sorveglianza del mercato e una migliore attuazione della normativa sulla sicurezza dei prodotti ad opera delle autorità nazionali; una migliore valutazione del rischio ad opera delle autorità; una crescente cooperazione internazionale.

Anche se la Cina rimane – con più della metà delle notifiche Rapex – il primo Paese per il numero di notifiche relative a prodotti, si constata un calo dal 58% registrato nel 2010 al 54% del 2011.

Il 19% delle notifiche (293 in tutto) riguardavano prodotti di origine europea: tra i quali 44 prodotti di origine francese (3%), 43 prodotti tedeschi (3%) e 32 prodotti italiani (2%). Il 15% ha riguardato prodotti di altri Paesi e l’8% prodotti di origine ignota (rispetto al 23% del 2004).

Informazioni: http://ec.europa.eu/consumers/safety/news/index_en.htm

Lascia un commento