Nuove regole per i mercati finanziari
Traendo lezioni dalla crisi finanziaria esplosa nel 2008 e causata dai profondi cambiamenti avvenuti nei mercati finanziari mondiali, già nel 2009 il G20 aveva convenuto sulla necessità di migliorare la trasparenza e la vigilanza dei mercati meno regolamentati, inclusi quelli dei derivati, e di affrontare la questione dell’eccessiva volatilità dei prezzi sui mercati derivati delle materie prime. In tale contesto, la Commissione europea ha presentato lo scorso 20 ottobre alcune proposte di revisione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MiFid). Le proposte, costituite da una direttiva e da un regolamento, nelle intenzioni dell’esecutivo dell’Ue mirano ad accrescere l’efficienza, la resistenza e la trasparenza dei mercati, nonché a rafforzare la tutela degli investitori. Il nuovo quadro normativo, sostiene la Commissione, conferirà inoltre maggiori poteri di vigilanza alle autorità di regolamentazione e definirà regole di funzionamento chiare per tutte le attività di negoziazione.
«I mercati finanziari devono essere al servizio dell’economia reale e non viceversa – ha dichiarato il commissario europeo per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier –. La nostra legislazione deve adeguarsi alle trasformazioni registrate dai mercati nel corso degli anni. La crisi ci ricorda purtroppo la complessità e l’opacità raggiunte da alcune attività e alcuni prodotti finanziari, una situazione di fronte alla quale è necessario intervenire. Queste proposte contribuiranno a rendere i mercati finanziari migliori, più sicuri e più aperti».
Migliorare la trasparenza
La direttiva MiFid, entrata in vigore nel novembre 2007, disciplina la prestazione di servizi di investimento negli strumenti finanziari (attività di intermediazione finanziaria, consulenza, negoziazione, gestione del portafoglio, sottoscrizione, ecc.) da parte di banche e imprese di investimento nonché il funzionamento delle borse tradizionali e delle sedi di negoziazione alternative (cosiddetti sistemi multilaterali di negoziazione). La direttiva ha introdotto la concorrenza tra questi servizi e ha offerto agli investitori una scelta più ampia e prezzi più bassi, ma la crisi finanziaria ha messo in evidenza alcune importanti carenze. Così, pur permettendo l’esistenza di diversi modelli di negoziazione, la proposta di modifica cercherà di garantire che tutte le sedi operino secondo le stesse regole di trasparenza e limiterà i conflitti di interesse, attraverso l’introduzione di un nuovo tipo di sede di negoziazione: i Sistemi di negoziazione organizzati (Otf).
L’introduzione dei Sistemi di negoziazione organizzati migliorerà la trasparenza delle attività di negoziazione sui mercati dei capitali, incluse le “dark pools” (volumi o liquidità non disponibili su piattaforme pubbliche). Deroghe saranno accordate solo in circostanze ben definite. Verrà inoltre introdotto un nuovo regime di trasparenza per i mercati non azionari (obbligazioni, prodotti finanziari strutturati e derivati). Oltre a ciò, i nuovi requisiti che impongono la raccolta di tutti i dati di mercato in un unico luogo permetteranno agli investitori di avere una visione completa di tutte le attività di negoziazione nell’Ue e di prendere decisioni più informate.
Rafforzare la vigilanza
Le proposte della Commissione intendono anche rafforzare il ruolo e i poteri delle autorità di regolamentazione. In coordinamento con l’Autorità europea per i valori mobiliari (Esma) e in circostanze ben definite, le autorità di vigilanza possono vietare determinati prodotti, servizi o pratiche che possano minacciare la tutela degli investitori, la stabilità finanziaria o il corretto funzionamento dei mercati. Le proposte prevedono anche una maggiore vigilanza dei mercati dei derivati su merci. Viene introdotto un obbligo di notifica delle posizioni per categoria di operatori. In tal modo, le autorità di regolamentazione e i partecipanti al mercato saranno in grado di valutare meglio il ruolo della speculazione su tali mercati. Oltre a ciò, la Commissione propone di consentire alle autorità di regolamentazione finanziaria di sorvegliare l’attività di negoziazione di tutti i derivati su merci e di intervenire in qualsiasi momento, anche fissando limiti di posizione se vi sono rischi di perturbazioni dei mercati.
Tutela degli investitori
Sviluppando l’insieme di norme attualmente vigenti, la nuova MiFid impone requisiti più rigorosi per la gestione del portafoglio, la consulenza in materia di investimenti e l’offerta di prodotti finanziari complessi, come i prodotti strutturati. Al fine di evitare possibili conflitti di interesse, ai consulenti indipendenti e ai gestori di portafoglio sarà vietato accettare da parte di terzi o corrispondere a terzi pagamenti o altri vantaggi finanziari. Per tutte le imprese di investimento vengono introdotte norme sul governo societario e la responsabilità dei dirigenti. Per agevolare l’accesso delle piccole e medie imprese (Pmi) ai mercati dei capitali, poi, le proposte della Commissione prevedono inoltre la creazione di un marchio specifico per i mercati delle Pmi, un “marchio di qualità” che dovrebbe consentire di individuare le piattaforme che intendono rispondere alle esigenze delle Pmi.
FONTE E INFORMAZIONI:
http://ec.europa.eu/internal_market/index_en.htm
PROPOSTA UNA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE
Secondo quanto proposto in ottobre dalla Commissione europea, la tanto discussa tassa dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2014 e dovrebbe applicarsi a tutte le transazioni di strumenti finanziari tra enti finanziari per le quali almeno una controparte della transazione sia stabilita all’interno dell’Ue.
L’aliquota dovrebbe essere dello 0,1% per le obbligazioni e dello 0,01% per i derivati; il gettito atteso ammonterebbe a 57 miliardi di euro l’anno. Secondo la Commissione questa tassa – già introdotta in dieci Stati membri – farebbe in modo che il settore finanziario, concausa importante dell’attuale crisi, dia il suo contributo alla soluzione della crisi stessa, dando anche un ulteriore impulso al mercato unico ed evitando le attività di concorrenza.
Secondo il commissario europeo per la Fiscalità e l’unione doganale, Algirdas Šemeta, questa proposta conferirà all’Unione europea «il ruolo di precursore nell’applicazione globale dell’imposta sulle transazioni finanziarie», rispondendo così alle aspettative dei cittadini europei in merito al «giusto contributo del settore finanziario». La proposta sarà ora discussa dagli Stati membri nel quadro del Consiglio dei ministri dell’Ue.
INFORMAZIONI: http://ec.europa.eu/taxation_customs/index_en.htm