La riforma della governance economica

I Paesi dell’area dell’euro non potranno più ignorare gli avvertimenti della Commissione europea in materia di politiche di bilancio, dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo alla fine del settembre scorso della nuova legislazione europea sulla governance economica. Con questa riforma, secondo l’Europarlamento, i governi nazionali dovrebbero inoltre essere spinti a correggere più celermente una situazione economica problematica, garantire maggiore trasparenza e democraticità del processo decisionale e migliorare la qualità e l’attendibilità delle statistiche.

Va ricordato però che mentre la parte riguardante gli squilibri macroeconomici è stata approvata a larga maggioranza nel corso della plenaria europarlamentare, ricevendo il sostegno anche dei gruppi di centro-sinistra che hanno riscontrato un buon equilibrio fra imperativi sociali e finanziari, il resto dell’accordo sulla governance economica è passato di misura dato il voto contrario o le astensioni dei gruppi politici di centro-sinistra su alcune disposizioni per il timore che il nuovo sistema sia troppo incentrato sulla correzione dei bilanci piuttosto che su ripresa e occupazione.

Meno accordi a porte chiuse

L’accordo approvato dall’Europarlamento obbligherà i Paesi della zona euro a trovare una maggioranza per respingere gli avvertimenti della Commissione, che in caso contrario saranno direttamente applicabili. Un governo nazionale non avrà neanche l’opzione di ignorare gli avvertimenti, che saranno infatti applicabili dopo dieci giorni dalla pubblicazione, se il Consiglio decide di non votare. In caso di respingimento degli avvertimenti della Commissione, i ministri dovranno spiegarsi in un dibattito pubblico al Parlamento europeo.

Audizioni pubbliche
e supervisione

L’Europarlamento ha poi ottenuto la possibilità di invitare ad audizioni pubbliche i ministri delle Finanze dei Paesi che hanno ricevuto una segnalazione,  provvedimento contro cui i governi nazionali si erano opposti a lungo durante i negoziati. Per quanto riguarda i disequilibri macroeconomici, invece, gli eurodeputati hanno ottenuto che la Commissione prenda in considerazione anche il surplus di bilancio come ragione di disequilibrio nell’Ue. I governi nazionali si erano opposti a tale misura, chiedendo che solo i deficit fossero investigati. Le regole approvate danno la possibilità alla Commissione di indirizzare misure correttive anche a Paesi con surplus commerciale, quali Germania e Paesi Bassi.

Miglioramenti ottenuti
dal Parlamento

Rispetto alla proposta iniziale, l’accordo finale raggiunto e approvato dal Parlamento europeo contiene vari elementi migliorativi, tra i quali i più rilevanti riguardano:

• la codifica del semestre europeo in testi giuridici, dando così valore giuridico e maggior peso politico a tale procedura;

• la creazione di un quadro formale di supervisione dei Programmi di riforma nazionali;

• l’aumento dei poteri della Commissione, attraverso maggiori informazioni da fornire alla Commissione rispetto a quanto previsto in precedenza e missioni di sorveglianza negli Stati membri;

• una nuova sanzione (0,2% del Pil) per le statistiche fraudolente dei dati su deficit e debito;

• un deposito fruttifero come sanzione (0,1% del Pil) nel caso uno Stato membro non agisca come raccomandato per correggere uno squilibrio macroeconomico;

• una maggiore indipendenza degli istituti statistici;

• la salvaguardia dei processi di contrattazione sociale e gli accordi di fissazione dei salari durante la preparazione delle raccomandazioni ai governi nazionali.

Il pacchetto economico
in breve

Secondo il comunicato redatto dall’Europarlamento il pacchetto approvato garantisce più efficacia all’attuale Patto di stabilità e crescita, permettendo un controllo dei deficit e dei livelli di debito più rapido e più celere rispetto a oggi. In secondo luogo, il pacchetto innova il sistema di governance, obbligando i governi ad agire velocemente per contrastare una minaccia all’economia dovuta a instabilità macroeconomiche, come nel caso della bolla immobiliare, o di perdita di competitività. Tali obiettivi sono perseguiti tramite azioni preventive, in particolare segnalazioni, e azioni correttive, in forma di sanzioni.

Infine, le regole approvate mirano a garantire che le statistiche, strumento essenziale per la programmazione economica e un’equilibrata politica di bilancio, saranno più precise e affidabili, oltre che più indipendenti.

In aggiunta a questi tre obiettivi, su richiesta dei deputati il pacchetto governance europea è strutturato in modo da incrementare la trasparenza del processo decisionale e la responsabilità democratica degli attori chiamati a prendere le decisioni e aumentare i poteri di sorveglianza della Commissione.

FONTE E INFORMAZIONI:

http://www.europarl.europa.eu

GLI EUROPEI E LA CRISI ECONOMICA

Secondo l’ultimo sondaggio effettuato da Eurobarometro per il Parlamento europeo nel settembre scorso su un campione di 27.000 persone, la maggior parte dei cittadini europei è seriamente preoccupata degli effetti della crisi sulla propria situazione personale e ritiene che la crisi durerà ancora per molti anni. Una maggioranza di cittadini che avevano già sentito parlare di agenzie di rating è favorevole alla creazione di un’Agenzia europea e un’altra maggioranza, appartenente alla zona euro, è favorevole alla creazione di Eurobond. Il 42% degli intervistati ha risposto di aver già sentito parlare di Eurobond (46% nella zona euro e 35% nei Paesi dell’Ue che non hanno adottato l’euro), mentre il 38% si è espresso a favore e il 33% si è detto contrario.

Interrogati in seguito sull’idea di mettere in comune una parte del debito sovrano, gli europei si pronunciano in gran parte in favore di una tale opzione, anche se le differenze di opinione fra Stati membri sono notevoli (fino a 39 punti percentuali).

Infine, sulla domanda relativa alla solidarietà finanziaria fra Stati membri, il sondaggio nota una certa tendenza all’aumento delle risposte negative.

INFORMAZIONI: http://www.europarl.europa.eu

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