Europarlamento preoccupato per Europa 2020
La strategia Europa 2020 dovrebbe aiutare l’Europa a lasciarsi alle spalle la crisi e a uscirne più forte, attraverso la creazione di posti di lavoro e una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, tuttavia rischia di essere compromessa dalla debolezza di governance sostiene il Parlamento europeo.
In una risoluzione adottata il 17 febbraio, infatti, l’Europarlamento ha espresso il timore che la strategia «non potrà rivelarsi all’altezza delle promesse a causa della debolezza della sua struttura di governance», esortando quindi «vivamente il Consiglio a rafforzare il metodo comunitario». Ribadendo l’importanza di integrare gli obiettivi della strategia Europa 2020 nel quadro per la governance economica, il Parlamento europeo ha chiesto che «il semestre europeo faccia parte del pacchetto relativo alla governance legislativa, coinvolgendo sin dalla fase iniziale i Parlamenti nazionali e le parti sociali in modo da promuovere la responsabilità democratica, la titolarità (ownership) e la legittimità». Il successo della strategia Europa 2020, ha ribadito l’Europarlamento, «è essenziale e non opzionale».
C’è poi anche un problema di copertura finanziaria della strategia, secondo i deputati europei. Sottolineando che la strategia Europa 2020 «deve colmare il divario tra le proprie ambizioni dichiarate, le risorse messe a disposizione e la metodologia utilizzata», gli eurodeputati chiedono che il nuovo quadro finanziario pluriennale rifletta gli «ambiziosi obiettivi della strategia», invitando la Commissione a chiarire la dimensione di bilancio delle “iniziative faro”, trattandosi di piani d’azione prioritari che toccano tutte le politiche finanziate a titolo del bilancio dell’Ue.
La Commissione è poi esortata «vivamente» ad avanzare proposte in merito alla creazione di nuove risorse proprie, in modo da fornire all’Ue risorse finanziarie effettive e autonome, mentre è stato ricordato che la strategia «presuppone riforme e investimenti pubblici e privati tempestivi e molto cospicui a favore di una vasta gamma di progetti», cosa che presuppone la mobilitazione delle entrate e degli strumenti «sia esistenti che nuovi e innovativi».
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