Modifiche al Trattato per un meccanismo “salva Stati”
«Gli strumenti temporanei di stabilità istituiti all’inizio del 2010 hanno dato prova della loro utilità, ma la crisi ha dimostrato che non vi è spazio per l’autocompiacimento. Per questo motivo abbiamo concordato il testo di una modifica limitata del Trattato relativa all’istituzione di un futuro meccanismo permanente per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’intera zona euro». È quanto si legge nel documento finale del Consiglio europeo svoltosi a Bruxelles nei giorni 16-17 dicembre scorsi, nel corso del quale i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno affrontato il problema di come preservare la stabilità finanziaria e promuovere il ritorno a una «crescita sostenibile».
Il Consiglio europeo ha così accolto la Relazione presentata dal presidente, Herman Van Rompuy, a seguito delle conclusioni del Vertice precedente (28-29 ottobre 2010), convenendo sulla necessità di modificare il Trattato dell’Ue per permettere agli Stati membri della zona euro di istituire un «meccanismo europeo di stabilità» permanente, volto a salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro e che sostituirà il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, creati l’estate scorsa dopo la crisi greca.
Le modifiche al Trattato
I capi di Stato e di governo dell’Ue si sono accordati sull’inserimento di sole due frasi nei Trattati, limitando così le modifiche allo stretto necessario in modo da permettere la nuova ratifica da parte degli Stati membri attraverso la via parlamentare ed evitare quindi la via troppo rischiosa del referendum popolare.
La prima frase introdotta è relativa all’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, dove è stato aggiunto il seguente paragrafo: «Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità». La seconda frase spiega invece le modalità di introduzione del meccanismo: «Gli Stati membri notificano l’espletamento delle procedure richieste dalle rispettive norme costituzionali per l’approvazione della presente decisione. Essa entra in vigore il 1° gennaio 2013, a condizione che tutte le notifiche siano pervenute o, altrimenti, il primo giorno del mese successivo al ricevimento dell’ultima delle notifiche».
Tali modifiche sono necessarie affinché i Paesi dell’Ue possano intervenire in sostegno solidale agli Stati membri in difficoltà, dal momento che il testo attuale non autorizza che un Paese della zona euro sull’orlo della bancarotta possa essere salvato dai partner.
Secondo le intenzioni del Consiglio europeo, la consultazione delle istituzioni interessate dovrebbe concludersi in tempo per consentire l’adozione formale della decisione nel marzo 2011, il completamento delle procedure nazionali di approvazione entro la fine del 2012 e l’entrata in vigore il 1° gennaio 2013.
Da utilizzare
solo come “ultima ratio”
Il Consiglio europeo ha quindi invitato i ministri delle Finanze della zona euro e la Commissione europea a ultimare entro il marzo 2011 i lavori sull’accordo intergovernativo che istituisce il futuro meccanismo, il quale sarà attivato con il comune accordo degli Stati membri della zona euro in caso di rischio per la stabilità dell’intera area ma, come richiesto esplicitamente dalla Germania, il cui utilizzo dovrà essere considerato solo come “ultima ratio” da parte del Paese in difficoltà.
I leader degli Stati membri hanno poi chiesto di accelerare i lavori sulle proposte legislative in materia di governance economica (vedi “euronote” n. 65/2010, pag. 8) e «mantenendo un alto livello di ambizione», affinché possano essere adottate entro il giugno 2011.
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