Povertà in aumento secondo gli europei
Il 60% degli europei ritiene che la povertà sia in aumento nella zona di residenza, il 75% che la povertà sia aumentata nel Paese in cui vive e il 60% che sia aumentata in tutta l’Ue: è quanto emerge da un nuovo sondaggio Eurobarometro sulle conseguenze sociali della crisi.
Un europeo su sei, tra le persone intervistate durante il sondaggio, ha affermato di non aver avuto i soldi per pagare le fatture correnti o fare la spesa almeno una volta durante lo scorso anno e il 20% ha segnalato difficoltà nel continuare a pagare le fatture e le rate del mutuo durante il periodo di rilevazione dei dati (maggio 2010). Per il 15% la lotta è costante, mentre il 3% si trova in situazione di morosità per quanto riguarda talune fatture e rate del mutuo e il 2% ha seri problemi finanziari. Circa tre europei su dieci hanno poi affermato di avere maggiori difficoltà nel sostenere i costi dell’assistenza sanitaria, mentre il 18% non è sicuro di essere in grado di conservare l’attuale posto di lavoro nei prossimi dodici mesi e il 49% pensa che sia abbastanza improbabile o assolutamente improbabile ritrovare un nuovo posto entro sei mesi in caso di licenziamento.
Per quanto riguarda la percezione della povertà espressa da cittadini di singoli Stati membri, l’85% degli intervistati greci ritiene che la povertà sia aumentata nel Paese, così come l’83% dei francesi, l’82% dei bulgari, il 77% dei romeni e il 75% degli italiani. In alcuni Paesi i cittadini ritengono che le difficoltà aumenteranno, ad esempio sette rumeni e greci su dieci, mentre in altri Paesi la percezione è lievemente diversa e più ottimista.
Serve un reddito
minimo garantito
Per affrontare in modo efficace la povertà in Europa sono necessarie misure che prevedano un reddito minimo garantito e un migliore accesso al mercato del lavoro, al sistema di protezione sociale e ai servizi pubblici, questo secondo la commissione per l’Occupazione e gli Affari sociali del Parlamento europeo. In particolare l’introduzione di un reddito minimo in tutti gli Stati membri è una delle misure più efficaci per garantire un livello adeguato di vita e incoraggiare l’inserimento sociale, hanno sottolineato gli eurodeputati chiedendo alla Commissione europea di «prendere un’iniziativa» in questo ambito. La relatrice, Ilda Figueiredo (Gue/Ngl), sostiene l’opzione di una direttiva quadro e spera in una posizione favorevole da parte dell’Aula parlamentare. Con questa misura gli eurodeputati hanno anche voluto attirare l’attenzione sul crescente numero di lavoratori poveri, chiedendo che il salario di sussistenza non sia inferiore alla soglia di povertà e che i lavoratori con un reddito al di sotto di questa soglia possano beneficiare di integrazioni del salario. Hanno poi sottolineano che dei passi avanti in questo senso dovranno comunque essere fatti se la Commissione intende dare «un reale significato e della sostanza» all’Anno europeo della lotta contro la povertà.
Raccomandazioni
della Social Platform
Un’efficace azione europea contro la povertà non può prescindere da alcuni interventi prioritari secondo la Social Platform, che a fine giugno ha inviato le sue raccomandazioni alla Commissione europea:
• Un accordo politico tra Ue e Stati membri al fine di produrre risultati concreti per le persone in povertà, sviluppato attraverso piani d’azione nazionali partecipativi.
• Garanzia di partenariato, nel processo decisionale a livello nazionale e comunitario, con persone in situazione di povertà e di esclusione sociale, organizzazioni che li rappresentano e gruppi della società civile impegnati nella prevenzione della povertà.
• Assicurazione che gli strumenti finanziari dell’Ue e degli Stati membri siano coerenti con l’attuazione dei piani per ridurre la povertà.
• Attenti monitoraggio e valutazione in seno al Consiglio e al Parlamento europei al fine di mantenere alta visibilità per la Piattaforma contro la povertà.
• Assicurazione che i metodi di lavoro della Piattaforma contro la povertà riflettano il carattere multidimensionale della povertà.
INFORMAZIONI: http://www.socialplatform.org http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_289_en.pdf