Previsioni di primavera: Ue in leggera ripresa

Nonostante un clima europeo tutt’altro che positivo, con la crisi economico-finanziaria della Grecia che rischia di estendersi ad altri Paesi dell’Ue, secondo le consuete previsioni di primavera della Commissione europea, rese note il 5 maggio scorso, nell’Ue è in corso una ripresa economica.

Conclusa la fase di recessione

Per l’anno in corso è infatti prevista una crescita dell’1% del Pil e dell’1,75% nel 2011, con una revisione al rialzo rispetto alle previsioni formulate nell’autunno scorso. La ripresa continua ad essere frenata da una domanda interna ancora debole, osserva la Commissione, mentre le prestazioni dei vari Stati membri varieranno in funzione delle rispettive circostanze e delle politiche perseguite, tuttavia i Paesi dell’Ue «beneficiano di un contesto esterno più favorevole».

Nell’Ue la recessione economica si è conclusa nel terzo trimestre 2009, «in gran parte grazie alle misure eccezionali attuate con il piano europeo di ripresa economica, ma anche grazie ad altri fattori a carattere temporaneo» spiega la Commissione. Dopo il rimbalzo iniziale, la ripresa si sta dimostrando più graduale rispetto ad altri episodi del passato: «Non si tratta di un dato sorprendente, data la natura straordinaria della recente crisi. I rialzi ciclici che seguono le crisi finanziarie tendono ad essere più modesti che in altre circostanze. Come altri Paesi sviluppati, l’Ue dovrà far fronte alle conseguenze della crisi ancora per un certo periodo».

L’impatto sul mercato del lavoro

Pur essendo significativo, l’impatto della crisi economica sul mercato del lavoro dell’Ue «sembra meno grave rispetto a quanto inizialmente previsto» sostiene la Commissione, fatto da ricondurre all’adozione di misure a breve termine e alla conservazione dei posti di lavoro in alcuni Stati membri, nonché al «risultato di riforme del passato». Ciononostante, sottolinea l’esecutivo europeo, dato il consueto scarto tra gli sviluppi dell’economia reale e il mercato del lavoro si prevede che quest’anno l’occupazione scenderà ancora dell’1% circa, e comincerà a crescere solo nel corso del 2011.

Secondo le previsioni, il tasso di disoccupazione nell’Ue si stabilizzerà intorno al 10% (cioè mezzo punto percentuale al di sotto delle previsioni dello scorso autunno), benché la situazione sia molto differenziata nei vari Stati membri.

Sempre a rischio le finanze pubbliche

La Commissione nota poi come la recessione abbia avuto un forte impatto sulle finanze pubbliche. In conseguenza dell’entrata in funzione degli stabilizzatori automatici e delle misure discrezionali adottate a sostegno dell’economia nel quadro del piano europeo di ripresa economica, il disavanzo pubblico risulta triplicato rispetto al 2008. Si prevede che per l’Ue raggiungerà il punto più alto quest’anno (toccando il 7,25% del Pil) e migliorerà lievemente nel 2011 (scendendo a circa il 6,5%), in conseguenza del venir meno delle misure di sostegno temporaneo e della ripresa dell’attività. Secondo le previsioni, il rapporto debito/Pil è destinato a crescere, mentre il debito pubblico, mediamente elevato e ancora in crescita, rappresenta «il lascito più duraturo della crisi, e si ripercuoterà sull’economia molto più a lungo dell’attuale periodo di previsione».

Garantire una crescita sostenibile

Dato che l’economia sta emergendo da una recessione che si è sommata ad una crisi finanziaria, «la ripresa si basa essenzialmente sulla solidità dei mercati finanziari, che non si è ancora pienamente ristabilita» sostiene la Commissione, secondo cui anche un nuovo accentuarsi degli squilibri globali potrebbe ripercuotersi negativamente sulle prospettive europee di crescita.

«Il miglioramento delle prospettive di crescita economica è una buona notizia per l’Europa. Adesso dobbiamo garantire che la crescita non sarà compromessa dai rischi che gravano sulla stabilità finanziaria. Una crescita sostenibile richiede uno sforzo deciso in termini di risanamento del bilancio e di riforme intese a migliorare la produttività e l’occupazione» ha commentato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn.

INFORMAZIONI: http://ec.europa.eu/economy_finance/eu/forecasts/2010_spring_forecast_en.htm

EUROSTAT: CRESCE IL PIL NELL’UE E NELLA ZONA EURO

Nel primo trimestre del 2010 si è registrata una crescita del Pil dello 0,2% sia nell’area euro che nell’intera Ue rispetto al trimestre precedente, secondo quanto rilevato da Eurostat, che osserva come l’aggiustamento stagionale della crescita del Pil rispetto a un anno prima (primo trimestre 2009) sia stato dello 0,6% nella zona euro e dello 0,5% nell’Ue-27, dopo il -2,1% e il -2,3% registrati rispettivamente nelle due aree nel trimestre precedente.

Per quanto concerne le componenti del Pil, nel primo trimestre 2010 le esportazioni sono aumentate del 2,5% nella zona euro e del 2,3% nell’Ue, le importazioni del 4% nell’area dell’euro e del 3,4% nell’Ue. Viceversa gli investimenti sono diminuiti dell’1,1% nell’area euro e dell’1,2% nell’Ue-27 (dopo il -1,3% e il -1,6% rilevati rispettivamente nel precedente trimestre), mentre le spese per consumi sono scese dello 0,1% nella zona euro e dello 0,2% nell’intera Ue.

Nello stesso periodo, osserva Eurostat, il Pil è cresciuto dello 0,8% negli Usa (dopo il +1,4% del quarto trimestre 2009) e dell’1,2% in Giappone, ma rispetto a un anno prima (primo trimestre 2009) il Pil statunitense è cresciuto del 2,5% e del 4,2% quello giapponese.

INFORMAZIONI: http://epp.eurostat.ec.europa.eu

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