L’Ue necessita di maggior innovazione
Mentre fino al 2008 si era registrato un costante miglioramento delle prestazioni della maggior parte degli Stati membri dell’Ue nel campo dell’innovazione, la crisi economica «può aver ostacolato questo progresso» secondo il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione (Eis) 2009 pubblicato il 17 marzo scorso dalla Commissione europea. Un Quadro che evidenzia come l’Italia continui a registrare prestazioni di innovazione «moderate». Le prime indicazioni mostrano che i più colpiti sono gli Stati membri con un basso livello di prestazione nel campo dell’innovazione, il che potrebbe «potenzialmente risultare in una inversione del processo di convergenza a cui si è assistito negli ultimi anni» osserva la Commissione. Nel frattempo, le statistiche più recenti indicano che l’Ue ha difficoltà a raggiungere i livelli degli Stati Uniti in questo settore, anche se mantiene un vantaggio rispetto alle economie emergenti quali Brasile, Russia, India e Cina, nonostante i rapidi miglioramenti in Cina.
Le prestazioni dei
Paesi europei
Il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione 2009 comprende 29 indicatori correlati all’innovazione, elaborati sulla base di dati pubblici per il periodo 2007/2008 e di analisi dei trend per gli Stati membri dell’Ue-27 oltre che per Croazia, Serbia, Turchia, Islanda, Norvegia e Svizzera. I 29 indicatori sono raggruppati in tre categorie: le risorse (risorse umane, finanziarie e di supporto), le attività di impresa (investimenti in azienda, i collegamenti e l’imprenditorialità, realizzazioni) e i risultati (gli innovatori, gli effetti economici). Il Quadro, sottolinea la Commissione europea, non è ancora in grado di prendere pienamente in conto gli effetti della recente crisi economica e finanziaria.
Gli Stati membri dell’Ue-27 rientrano nei seguenti quattro gruppi di Paesi:
• Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia e Regno Unito sono tuttora i Paesi leader nell’innovazione. Tra questi Paesi, tuttavia, Germania e Finlandia registrano un veloce ritmo di miglioramento delle prestazioni, mentre la Danimarca e il Regno Unito stanno segnando il passo.
• Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia sono Paesi che «tengono il passo dell’innovazione». In particolare Cipro, Estonia e Slovenia dal 2008 hanno registrato progressi e un costante miglioramento negli ultimi anni.
• Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna risultano essere invece «innovatori moderati».
• Bulgaria, Lettonia e Romania sono i Paesi che presentano ritardi nel campo dell’innovazione, con prestazioni nettamente inferiori alla media dell’Ue-27. Tuttavia, tutti e tre i Paesi stanno rapidamente colmando il divario che li separa dal livello medio delle prestazioni dell’Ue, mentre la Bulgaria e la Romania registrano il tasso di miglioramento più elevato di tutti gli Stati membri.
Aumentare gli investimenti per ricerca e innovazione
Il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione è integrato dalla Relazione intermedia sull’innovazione europea con l’analisi degli sviluppi della politica di innovazione e governance nell’UE a 27 Stati membri. «Il quadro di valutazione fornisce preziosi elementi sulle tendenze nel campo dell’innovazione. Pur in un quadro generale positivo, ci sono tuttavia alcuni segnali preoccupanti che dobbiamo considerare attentamente nell’elaborazione di misure atte a realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissi nella strategia “Europa 2020”» hanno dichiarato il commissario per l’Imprenditorialità e l’Industria, Antonio Tajani, e la commissaria per la Ricerca, Máire Geoghegan-Quinn, la quale sta lavorando per un approccio trasversale dell’innovazione nella nuova Commissione. Secondo i due commissari responsabili della materia, «aumentare gli investimenti per la ricerca e l’innovazione è la chiave per traghettare l’Europa dalla crisi economica verso una prosperità sostenibile.
Per questo motivo la Commissione mantiene il 3% del Pil per gli investimenti di ricerca e sviluppo (R&S) in Europa e propone realistici obiettivi nazionali sottoposti a severo monitoraggio».
(Fonte: http://ec.europa.eu/italia)
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