Caritas Europa: obiettivo “Zero poverty”
«La povertà è uno scandalo.Ogni essere umano ha diritto ai mezzi sufficienti per vivere una vita decorosa». Inizia così il documento che spiega la campagna “Zero poverty”, lanciata da Caritas Europa nel quadro dell’Anno europeo per la lotta alla povertà e che comprende una petizione il cui obiettivo è la raccolta di un milione di firme per chiedere ai governi e alla Commissione europea alcune azioni concrete.
Definendo la povertà come «assenza di benessere», Caritas Europa analizza il sistema sociale di welfare come parte del benessere per tutti i cittadini. I pilastri del sistema sociale di welfare sono essenzialmente tre, secondo la Caritas: l’occupazione produttiva retribuita nel mercato del lavoro; la solidarietà in famiglia e nelle reti primarie; il sostegno assicurato dallo stato socio-assistenziale. Le società sono però in uno stato di costante trasformazione economica, sociale e demografica che muta i livelli del sistema sociale con ricadute in materia di povertà ed esclusione sociale. Secondo Caritas Europa la povertà e l’esclusione sociale sono conseguenza di una disfunzione delle tre fonti del sistema sociale di welfare (mercato del lavoro, famiglia e stato socio-assistenziale) causata dalla trasformazione della società: «A questi tre pilastri deve pertanto essere nuovamente consentito di svolgere appieno il proprio ruolo».
La povertà non è però solo mancanza di risorse finanziarie, sottolinea Caritas Europa che considera invece otto dimensioni: le risorse finanziarie, il benessere derivante dallo stato di salute, la situazione abitativa, il livello di istruzione, l’integrazione occupazionale, l’integrazione sociale, l’integrazione inerente alle norme sulla residenza e la famiglia di origine. Oltre a queste è riconosciuta l’importanza di altre dimensioni quali quelle psicologica, culturale, etica e spirituale.
Secondo Caritas Europa le politiche sociali attuali rimangono incentrate sull’assistenza alle persone indigenti, un «approccio lacunoso» perché sarebbe invece necessario «concentrare il sostegno sulle fasi iniziali della vita e sulle transizioni tra una fase e l’altra e assicurarsi che la spirale della povertà non venga mai imboccata».
Questo richiede però politiche sociali orientate agli investimenti, che si prendano cioè cura delle famiglie indigenti in una fase iniziale, migliorino l’accesso alle strutture di assistenza all’infanzia e alle scuole e forniscano sostegno nelle prime fasi della vita per poter affrontare le transizioni successive, sottolinea Caritas Europa: «Queste politiche possono evitare il “trasferimento intergenerazionale” della povertà: il modo migliore per combattere la povertà è prevenirla.Il modo migliore per prevenirla e per combatterla è la partecipazione sociale».
INFORMAZIONI:http://www.caritas-europa.org
ANCHE LA CES IMPEGNATA CONTRO LA POVERTÀ
La povertà e l’esclusione sociale sono mali ancora radicati nell’Ue e la crisi ha reso la situazione ancora peggiore, per questo la Confederazione europea dei sindacati (Ces) ha reso noto che prenderà parte attivamente all’Anno europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. «La Strategia di Lisbona ha fallito nello sradicare la povertà in Europa, uno degli obiettivi definiti per il 2010» sostiene la Ces, secondo cui una forte mobilitazione e un impegno deciso sono più che mai necessari per combattere la povertà e devono avvenire su due fronti: quello della protezione sociale e quello dell’occupazione. «Combattere la povertà non vuol dire solo trovare dei rimedi ma anche intervenire in anticipo rinforzando e migliorando il sistema di protezione sociale. Vuol dire anche fornire un salario dignitoso a tutti indipendentemente dalla loro situazione sociale, professionale e personale. Vuol dire anche sviluppare servizi sociali e sanitari di qualità e finanziariamente accessibili per tutti» ha dichiarato Józef Niemiec, segretario confederale della Ces. I sindacati europei lavoreranno con gli attori della società civile europea e intendono utilizzare l’opportunità di questa campagna per includere le loro iniziative nel processo di mobilitazione per l’occupazione.
INFORMAZIONI:http://www.etuc.org/r/1506